“La questione dei rifiuti nella nostra civiltà è di
una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. La leggerezza idiota degli
innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’ambiente ne è testimonianza.”
Così scrive Luca Mercalli nella Presentazione al volume. La gestione rifiuti
oggi deve fare i conti con condizioni del tutto nuove. Fino a cent’anni fa ogni
prodotto utilizzato dall’uomo era biodegradabile o realizzato con un composto
chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquinamento erano
dunque temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a
risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di
sintesi ha poi aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili
e tossici a lungo termine. In più, i rifiuti oggi sono pervasivi e si
diffondono rapidamente in tutto il pianeta attraverso fiumi, laghi, oceani,
emissioni in atmosfera... Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura migliaia di
anni e produce danni irreversibili. Mi verrebbe da proporre ai lettori
dell’intervista di acquistare il libro e leggere soprattutto i capitoli 9 e 10!
Scopriranno innanzitutto che per quanto bene facciamo la raccolta differenziata
si può sempre fare qualcosa in più: teoricamente potremmo arrivare oltre al
90%! In ogni caso moltissime amministrazioni sono già oggi oltre l’80% e avere
a che fare con solo il 20% di una pattumiera peraltro già messa preliminarmente
a dieta è decisamente più facile. Mi piace sottolineare come l’Italia sia
all’avanguardia nella gestione dei rifiuti, e far scoprire come esistono
industrie in grado di riprocessare l’indifferenziato recuperando ancora
quantità significative di materiali (fino al 40%) e trattare meccanicamente la
parte restante: già oggi siamo in grado di inviare a smaltimento finale poco
più del 10% delle pattumiere domestiche. La crisi ci ha portato verso
comportamenti che ambientalisti, economisti, amministratori sensibili in
qualche modo avevano preconizzato e sperato si intraprendessero come soluzioni
virtuose. La crisi ha fatto in pochi anni quanto per decenni si era in qualche
modo sperato. Ora abbiamo davanti una grande sfida: quella di non disperdere
comportamenti “costretti” dalla crisi, facendoli diventare un cambio di
paradigma, di abitudini quotidiane, facendo sì che l’auspicata uscita dalla
crisi coincida con una nuova modalità di gestione dei nostri scarti avendo come
obiettivo di ridurli a zero. Dieci azioni per zero rifiuti vuole provare a
contribuire a questo cambiamento.
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- Alessia Scimone
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